Pubblicato in: Salute e pediatria

Lotus Birth, un modo diverso di concepire il dopoparto

di webmaster 20 dicembre 2007

Il Lotus Birth è un metodo di parto che prevede il distaccamento del cordone ombelicale dal neonato, secondo i tempi della natura, senza la recisione precoce. In questo modo il bambino rimane collegato alla placenta fino al distacco spontaneo, che di solito avviene da tre a dieci giorni dopo la nascita.

Il nome Lotus Birth deriva da Clair Lotus Day, la quale, alla fine degli anni ’70 convinse il medico dell’ospedale a non tagliare il cordone. Da allora centinaia di bambini vedono la luce in tutto il pianeta senza subire l’atto traumatico del taglio e questo gli consente d avere un sistema immunitario più forte e non solo. La placenta, infatti, contiene molto sangue e, staccandola subito dopo il parto, non fa in tempo a trasferirlo al bambino. Spesso questo gli provoca ittero che viene considerato dai medici fisiologico. La trasfusione completa dalla placenta, invece, fornisce al piccolo nascituro fino a 60 cc di sangue.

Ma perché la placenta è così importante per il bambino? Dopo il concepimento, l’ovulo fecondato si impianta nella parete uterina e le cellule cominciano a moltiplicarsi. E’ in questo momento che la placenta inizia il suo sviluppo. Gli organi si costituiranno nei nove mesi successi, ma la placenta consente al feto di espletare già tutte le funzioni vitali. Il neonato e la placenta si originano dalla medesima cellula-uovo fecondata e vivono l’uno per l’altra per tutta la durata della gravidanza. E’ la placenta che collega fisicamente la mamma al feto e consente a quest’ultimo di nutrirsi, respirare e ricevere gli anticorpi e ad espellere l’anidride carbonica.

E’ dimostrato come il taglio prematuro sia per il bambino un trauma. I piccoli che nascono con il Lotus Birth reagiscono se la placenta o il cordone vengono toccati: nel cordone deve esserci per forza una forma percettiva. Questo metodo sembra associabile solo ad un parto naturale, specie in un ambiente familiare, invece può venire integrato nel protocollo ospedaliero, anche se il parto è cesareo.

Il procedimento da seguire per il mantenimento della placenta è semplice, ma richiede un po’ di pazienza, cosa che, tra l’altro, è consigliabile imparare ad avere, quando in casa si ha un bambino piccolo. Si aspetta che la placenta venga espulsa naturalmente, poi la si ripone in una ciotola vicino a mamma e bambino. In seguito va lasciata sgocciolare, sciacquata delicatamente con acqua tiepida per rimuovere tutto il sangue residuo e asciugata con cura. La placenta va messa in un panno assorbente di stoffa (che andrà sostituito ogni giorno) e cosparsa di sale. Ogni volta che si sposta il bambino si deve fare molta attenzione a non tirare il cordone. Secondo alcuni, finché la sostanza non si solidifica è meglio tenere alla stessa altezza bambino e placenta.

 

Informazioni raccolte grazie alla testimonianza della signora Jacqueline Jimmink

Per ulteriori informazioni si può contattare:
Lotus Birth Italia – Associazione GAP (global awareness people) a Milano
Susanna Swapana Hinnawi e Indalecia Rohita Zirit – tel. 02/58318671 Email : gap@maraonda.com

O consultare il libro: “Lotus Birth: il parto integrale Nati con…la placenta!” di Shivam Rachana
editore Amrita: www.amrita-edizioni.com

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