HAEMOPHILUS INFLUENZAE B (HIB)
L’Haemophilus influenzae tipo b è un batterio presente nel rinofaringe di molti soggetti sani ma che può causare malattie gravi nei bambini piccoli come otiti, sinusiti, polmoniti, setticemie, broncopolmoniti, epiglottidi, infezioni localizzate alle ossa e alle articolazioni e meningiti. Molte di queste patologie possono richiedere il ricovero in ospedale del bambino e possono provocare convulsioni, sordità, idrocefalo, ritardi dello sviluppo psicomotorio e, a volte, anche il decesso. Il contagio avviene da un individuo all’altro per via aerea, con tosse e starnuti. Il periodo che di solito intercorre tra il contatto e la comparsa dei sintomi è di 2-10 giorni.
Sintomi dell’HIB
I sintomi della meningite da Hib sono vomito, cefalea, febbre, sonnolenza, fotofobia, rigidità nucale, dolori articolari, stato confusionale. Nei bambini molto piccoli l’infezione da Hib è caratterizzata da irritabilità, difficoltà a svegliarsi, rifiuto della poppata o vomito, febbre, cute pallida o chiazzata, pianto con strilli acuti alternati a gemiti sommessi, rash cutaneo. L’incidenza di casi fatali può raggiungere la percentuale del 3-6%.
Il vaccino per l’HIB
Nel nostro paese la vaccinazione anti-Hib è facoltativa, ma raccomandata a tutti i bambini. La vaccinazione viene effettuata entro il primo anno di età perché l’incidenza di malattie da Hib sale progressivamente durante il primo anno di vita per poi scendere in modo stabile fino a 5 anni. Dopo questa età l’infezione è rara. Il calendario vaccinale prevede tre somministrazioni: la prima al 3° mese di vita, la seconda al 5° mese la terza tra l’11° ed il 12° mese. Per i bambini che non sono stati sottoposti al primo ciclo di vaccinazioni è sufficiente una sola iniezione se il vaccino viene somministrato dopo il primo anno di vita. Il vaccino si può fare insieme al vaccino antidifterico-tetanico-pertossico e antipoliomielitico. L’immunità dura tutta la vita.
Effetti collaterali del vaccino contro l’HIB
I più comuni sono arrossamenti e dolore nel punto di iniezione, malessere generale, febbre ma si possono riscontrare anche cefalea, crisi di pianto prolungato, irascibilità, perdita dell’appetito, vomito, diarrea e rash, anche orticaria.
PERTOSSE
La pertosse (o tosse canina) è una malattia provocata da un batterio, la Bordetella pertussis, che attacca le vie aeree e si trasmette da persona a persona tramite la tosse o gli starnuti. E’ una delle malattie infettive più contagiose. Un bambino con la pertosse può arrivare a contagiare fino al 90% di bambini non immuni con cui viene a contatto. Per lattanti e bambini piccoli la pertosse può essere una malattia molto grave. In media, il 20% dei casi di pertosse devono essere ospedalizzati. Ogni anno ci sono circa 9.000 casi di pertosse in Italia. La malattia ha un decorso da sei a dieci settimane e si divide in tre stadi: catarrale, accessuale e della convalescenza.
Sintomi della tosse canina
La malattia si presenta con starnuti, raucedine, astenia e tosse notturna. Dopo un periodo di incubazione che va da 5 a 21 giorni la malattia si manifesta esplicitamente con una banale tosse catarrale accompagnata da starnuti, secrezione nasale e, a volte, anche un po’ di febbre. Questa fase rende difficile l’individuazione della pertosse che spesso viene confusa dal medico con la bronchite. Questa fase dura uno o due settimane. Il periodo accessuale è caratterizzato da una tosse convulsiva che rende difficile respirare e mangiare. Questo stadio può durare anche due o tre settimane. Durante ogni singola espirazione si verificano dai 5 ai 15 colpi di tosse violenti. Questi fenomeni di solito si concludono con una profonda ispirazione che produce quello che viene chiamato urlo inspiratorio e la successive espulsione di un muco chiaro e filante. A volte gli attacchi provocano persino vomito. Nei bambini piccoli si possono presentare anche crisi di soffocamento. Lo stadio della convalescenza solitamente inizia dopo 4 settimane quando gli accessi di tosse hanno una frequenza molto minore. Se contratta da bambini sotto i due anni o bambini affetti da malattie croniche la pertosse può diventare una malattia molto preoccupante. Alcune complicazioni che possono insorgere sono otiti, bronchiti, broncopolmoniti, e più raramente da encefalopatie che colpisce 1-2 bambini ogni mille. La tosse può poi indurre emorragia nasale, dei vasi sanguigni e della superficie oculare. La mortalità per pertosse, causata dalla polmonite, è elevata con 2 decessi ogni mille casi.
Il vaccino per la pertosse
Il vaccino antipertossico è disponibile dal 1940 ma ha subito varie trasformazioni per giungere alla formulazione moderna sotto forma di vaccino “acellulare”(DTaP). Il vaccino per la pertosse è di solito combinato con quello antitetanico e antidifterico. I bambini vengono vaccinati a due mesi di età e non è raccomandato vaccinarli dopo i sette anni, per cui i richiami oltre questa età vengono eseguiti solo con vaccino tetano-difterite adulti. Come per il tetano e la difterite il ciclo vaccinale è diviso in tre somministrazioni, da praticare entro il primo compleanno del bambino e precisamente al terzo, quinto e undicesimo mese di vita. Una quarta dose di vaccino viene somministrata nel sesto anno. La protezione conferita dalla vaccinazione antipertossica è di circa l’85%.
Effetti collaterali del vaccino contro la pertosse
Meno della metà dei bambini che ricevono il vaccino DTaP non ha nessun tipo di reazione, la maggior parte invece presenta reazioni lievi. Le conseguenze più frequenti sono febbre, rossore e gonfiore nel punto in cui è stata fatta l’iniezione, riduzione dell’appetito, irrequietezza, stanchezza e vomito.
MORBILLO
Il morbillo è una malattia infettiva virale causata da un virus del genere morbillivirus (famiglia dei Paramixovidae). E’ una malattia a volte pericolosa molto contagiosa, che colpisce soprattutto i bambini tra 1 e 3 anni, raramente prima dei 6 mesi di vita. Il morbillo viene chiamata per questo motivo malattia infantile come la rosolia , la varicella, la pertosse e la parotite. Il morbillo si trasmette solo nell’uomo e si trasmette per via aerea, tramite le secrezioni nasali e faringee. Quando si è contratto lascia poi una protezione permanente che permette di non ammalarsi una seconda volta, una sorta di immunizzazione permanente. Il contagio avviene attraverso il contatto con un persona affetta da morbillo che è infettivo da 3 giorni prima dell’inizio della malattia fino a 5 giorni dopo la comparsa delle tipiche eruzioni cutanee. Il contagio non può avvenire tramite il contatto con oggetti o persone che sono stati vicini ad un soggetto malato. Il periodo di incubazione, cioè quando il virus penetra nell’organismo e si moltiplica, dura all’incirca dieci giorni, senza dare particolari disturbi. Poi la malattia si presenta.
Sintomi del morbillo
Febbre, malessere, tosse stizzosa, congiuntivite accompagnata da arrossamento degli occhi e lacrimazione, e raffreddore. Alla fine di questa fase cominciano ad apparire all’interno delle guance delle macchioline bianche, denominate macchie di Koplik. Queste macchie spariscono due giorni dopo l’inizio dell’esantema. Dopo tre gironi la febbre comincia a salire e diventa alta e compare l’esantema vero e proprio: macchioline rosse che tendono a confluire in larghe chiazze. Le prima macchie compaiono dietro le orecchie e sulla fronte poi si espandono verso la parte bassa del viso, sul collo, sul tronco ed infine sugli arti. Quando l’esantema arriva ai piedi le macchie cominciano a schiarirsi e tutti i sintomi migliorano, a parte la tosse che può perdurare anche per una settimana. Le complicazioni più frequenti sono le infezioni dell’orecchio medio (otite), la laringite, la diarrea e perfino la broncopolmonite che colpisce il 5-6% dei bambini ammalati di morbillo. Una delle complicazioni più temute è l’encefalite (infiammazione del cervello) che si verifica una volta ogni mille casi e che può provocare il decesso del bambino. I bambini che sopravvivono spesso hanno danni neurologici permanenti o ritardi mentali. Dai 3 ai 10 bambini su 10.000 casi muoiono a seguito della malattia.
Il vaccino contro il morbillo
Il vaccino del morbillo non è obbligatorio in Italia ma raccomandato dalle autorità sanitarie. Il vaccino è somministrato sotto forma di un complesso vaccinale contro morbillo, parotite e rosolia (Mpr). Questo vaccino trivalente è composto dall’associazione della fiala dei tre ceppi virali attenuati cioè sottoposti a modifiche che li rendono innocui ma capaci di stimolare le difese naturali dell’organismo. La vaccinazione del morbillo prevede due somministrazioni, ha un’efficacia del 98 – 99 % e l’immunità dura tutta la vita. La prima dose del Mpr è consigliabile prima dei due anni di vita e preferibilmente tra il 12esimo e 15esimo mese, con un richiamo verso i 5-6 anni o 11-12 anni. La vaccinazione non viene somministrata a tutti gli individui con deficit immunitario o sotto terapia immunosoppressiva (corticoidi, antineoplastici, antirigetto).
Effetti collaterali del vaccino contro il morbillo
Difficilmente si verificano effetti collaterali (più dell’80%) nei bambini che hanno avuto la somministrazione del vaccino trivalente Mpr. I bambini che sviluppano effetti collaterali hanno reazioni lievi come rossore, gonfiore nel punto in cui è stata fatta l’iniezione, eruzione cutanee di entità modesta, febbre bassa, ingrossamento dei linfonodi, gonfiore delle articolazioni, dolore. Il 5-15% dei bambini vaccinati arrivare ad avere una febbre superiore ai 38,5°C. Questi effetti si manifestano da 5 a 12 giorni dopo la vaccinazione e possono perdurare qualche giorno.
PAROTITE (Orecchioni)
La parotite, chiamata comunemente ‘orecchioni’, è un’infezione virale della famiglia dei Paramyxovirus, il Myxovirus Parotiditis, molto contagiosa che si propaga da persona a persona attraverso le goccioline delle secrezioni respiratorie. Il virus penetra attraverso le mucose delle vie respiratorie superiori. Normalmente la parotite inizia con gonfiore di una o più ghiandole parotidee. Di solito dura una settimana. Le complicazioni più frequenti sono le meningiti asettiche che insorgono nel 5-15% dei casi, le pancretiti nel 4% dei casi, le orchite cioè le infiammazioni dei testicoli nel 25% dei maschi dopo la pubertà e delle ovaie nel 5% delle femmine. I pericolo di rimanere sterili è molto basso ed interessa solo gli adulti e gli adolescenti. Tre bambini ogni 100mila rimangono sordi dopo aver contratto la parotite. Colpisce i bambini in qualsiasi età ma la concentrazione maggiore di casi si veridica tra i 5 ed i 9 anni. Il bambino malato è contagioso da 1-2 giorni prima della comparsa del rigonfiamento, ma può esserlo anche già da una settimana prima, fino a 5 giorni dopo, estendibili a 9 giorni.
Sintomi degli orecchioni (parotite)
Dopo circa 16-18 giorni dal contagio compaiono i primi sintomi ma si possono avere casi anche in un arco più ampio di tempo, da 12 a 25 giorni dal contagio. Inizialmente compare febbre, mal di testa, malessere, dolori al lato del collo ed appetito scarso. Dopo uno o due giorni le ghiandole parotidee cominciano ad ingrossarsi e nel 70% dei casi bilateralmente, sia pure con qualche gironi di tempo tra il gonfiore di un lato e quello dell’altro. La tumefazione si manifesta nello spazio che si trova tra il lato posteriore della mandibola e il padiglione auricolare, che si estende sotto e dietro al lobo dell’orecchio. Questo rigonfiamento spinge infuori le orecchie che sembrano più grandi di quello che realmente sono. Il termine popolare ‘orecchioni’ deriva proprio da quest’effetto. Il bambino generalmente prova dolore quando mastica o deglutisce e quando le parotidi vengono toccate. In alcuni casi il rigonfiamento da parotite interessa le ghiandole salivari sottomascellari. L’ingrossamento, dopo aver raggiunto il suo culmine in due o tre giorni, si riduce lentamente in altri cinque o sei giorni. I decorso totale della malattia è di 9-10 giorni.
Il vaccino della parotite (orecchioni)
Vedi ‘Il vaccino’ del morbillo
L’efficacia della vaccinazione contro la parotite è superiore al 95%.
Effetti collaterali del vaccino contro gli orecchioni (parotite)
Vedi ‘Effetti collaterali’ del morbillo’
ROSOLIA
La rosolia è provocata da un virus che si trasmette tra le persone anche solo parlando, tramite le goccioline delle secrezioni respiratorie o con il contatto diretto con le secrezioni nasofaringee. La rosolia ha un’incubazione di circa 2-3 settimana prima dell’insorgenza dei sintomi ed è molto contagiosa nella settimana che precede l’apparizione delle prime eruzioni cutanee e per i gironi giorni successivi. La situazione è molto diversa quando il neonato si ammala di rosolia durante la gravidanza ed è quindi affetto da sindrome congenita. In questo caso quindi il periodo di contagio è prolungato, con una potenzialità infettiva molto alta che richiede l’isolamento, sia durante la permanenza nella nursery sia al ritorno a casa.
I sintomi della rosolia
I sintomi più comuni sono abbastanza lievi per un periodo di 5-10 giorni anche se nel 20-50% dei casi non si manifestano affatto. Febbre, mal di testa, ingrossamento doloroso delle linfoghiandole dietro il collo, comparsa di eruzione cutanea (rossore) prima dietro le orecchie poi sulla fronte ed in seguito su tutto il corpo, dolori articolari, diminuzione del numero di globuli bianchi nel sangue e occhi arrossati e lacrimosi. Raramente insorgono delle complicazioni anche se, ugualmente come le altre malattie infettive, il rischio di encefalite è più alto se il soggetto malato è un adulto. Le complicazioni possono essere: dolori articolari, trombocitopenia in un caso su tremila ed encefalite con un’incidenza di un caso ogni 5mila.
Il vaccino per la rosolia
Vedi ‘Il vaccino’ per il morbillo
Il vaccino ha un’efficacia che supera il 95% e garantisce un’immunità a vita.
Come gli altri vaccini vivi attenuati, la vaccinazione non viene praticata negli individui con deficit immunitario o sotto terapia immunosoppressiva (corticoidi, antineoplastici, antirigetto).
Effetti collaterali del vaccino contro la rosolia
Vedi ‘Effetti collaterali’ del morbillo’
Informazioni sulle Vaccinazioni obbligatorie in Italia
Grazie con questo sito ho potuto fare la ricerca
Ciao Lorenzo, siamo noi che ringraziamo te del ringraziamento…