Dura la vita in Italia per i figli di genitori omosessuali

di webmaster 20 febbraio 2009

La nostra legislazione non li prende in considerazione e sorvola il problema come se questo non fosse reale, ma i minori, con almeno un genitore gay, in Italia sono circa centomila. Bambini nati da unioni eterosessuali, poi tramutatosi in divorzi, bambini vissuti fin dal principio in una casa con due mamme o due papà, in ogni caso cittadini di serie B costretti a vivere in un paese che non li tutela o che comunque li tutela molto meno rispetto ai coetanei cresciuti in un contesto famigliare tradizionale.

Secondo la ricerca MoDi Di svolta nel 2005 da Arcigay risulta che il 20,5% delle lesbiche e il 17,7% dei gay con più di quarant’anni hanno dei figli ed il 49% delle coppie omosessuali intervistate ne vorrebbero. Per ovviare a questo desiderio molti di loro sono costretti ad espatriare: le lesbiche vanno in Spagna o nel Nord Europa dove possono ricorrere alla fecondazione assistita; i gay vanno in Canada o negli Stati Uniti dove possono trovare una madre surrogata. Nel nostro paese i genitori omosessuali non sono neanche contemplati, completamente ignorati e i loro figli subiscono lo stesso trattamento.

Per tutelare i loro diritti nel 2005 è nata l’associazione Famiglie Arcobaleno (www.famigliearcobaleno.org) che oggi conta 400 iscritti. L’associazione vanta tre gruppo di persone diverse: “gli aspiranti genitori, le famiglie costituite in ambito omosessuale e quelli che hanno avuto figli in relazioni eterosessuali e ora vivono in una coppia gay – come spiega la presidente Giuseppina La Delfa. Questi ultimi soffrono di più psicologicamente, possono avere problemi nella separazione e nel divorzio, a volte non riescono a vedere i loro bambini o ad ottenerne l’affidamento. Le famiglie omogenitoriali, invece, vivono meglio il quotidiano perché sono un nucleo costituito alla luce del sole ma hanno una montagna di problemi legali.

Il dibattito, comunque, è sempre aperto su come vivono, pensano o quali inclinazioni sessuali hanno i figli di genitori omosessuali. Molti studi hanno dimostrato che questi bambini non hanno problemi psicologici o caratteriali e sono uguali ai loro coetanei, magari solo più aperti alle diversità. “L’orientamento sessuale dei genitori non incide sullo sviluppo del bambino – ha spiegato Fulvio Scaparro, psicoterapeuta, specializzato sui temi dell’infanzia e della famiglia sul Corriere – il quale soprattutto nei primi anni di vita ha bisogno di affetto, presenza costante, attendibilità, armonia dei genitori e capacità di guida. Una famiglia omosessuale, dunque, è in grado di far crescere un bambino al meglio. È chiaro – prosegue  Scaparro – che un bambino o una bambina che cresce in una famiglia omosessuale è portato a vedere con occhio più favorevole le diversità, ad essere magari meno conformista. Questo non è né un vantaggio né uno svantaggio. Il vero pericolo per questi bambini sono i pregiudizi di una società, la nostra, in cui la famiglia è quella tradizionale, sposata, magari in chiesa. Su questo c’è da combattere”.

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