Ambarabà Ciccì Coccò – etimologia

di webmaster 5 agosto 2019
«Ambarabà ciccì coccò
tre civette sul comò
che facevano l'amore
con la figlia del dottore;

il dottore si ammalò
ambarabà ciccì coccò!»

Il nonsense del verso iniziale attrae magicamente e fa passare in secondo piano l’altro nonsense, vagamente pornografico, di questi tre uccelli (le civette) che fanno l’amore con la figlia del dottore.

Una delle versioni di Wikipedia riporta un terzo e quarto verso che restituiscono un po’ di senso alla filastrocca

che facevano timore
alla figlia del dottore;

Beh in effetti, gli uccellacci (del malaugurio) in effetti possono anche spaventare una giovane ragazza. E tutta la filastrocca sembra apparentemente più sensata e soddisfa le menti razionali.

Ma, sempre a proposito di nonsense, anche dare un senso ad una filastrocca è un’operazione che ha poco senso. Ma c’è chi si è spinto ancora più in là.

Il linguista Vermondo Brugnatelli qualche anno fa ha pubblicato sul suo blog un articolo che indaga sull’origine della celebre filastrocca. Lo riportiamo ad uso di mamme online consapevoli.

Tre civette su comò
Istruite i vostri bambini
Ambarabà ciccì coccò

Per un’etimologia di am barabà ciccì coccò

(Vermondo Brugnatelli)

Una delle più note e diffuse filastrocche infantili italiane comincia con le enigmatiche parole senza senso am barabà ciccì coccò. Il seguito, costituito di norma da parole dotate di significato (anche se prive di un senso complessivo) può variare secondo le versioni. Quello che non cambia è questo inizio enigmatico. Oggi esso è completamente privo di significato, ma è legittimo pensare che alla sua origine –in altre lingue o in altre fasi di lingua– questo complesso fosse analizzabile in unità dotate di significato.

Il primo indizio che mi ha spinto a sospettare l’esistenza di una filastrocca “originale” in qualche modo recuperabile attraverso un’indagine linguistica mi è venuto da una riflessione casuale sui segmenti finali, ciccì coccò. Come ho già avuto modo di osservare di sfuggita nel corso di uno studio su certi “universali” che operano al momento di “creare parole” per scopi ludici o comunque di “inventività linguistica”, è evidente che qui abbiamo all’opera la “regola del ciff eciaff“, che consiste nel creare parole mediante una sorta di raddoppiamento, con una prima parte caratterizzata di solito da suoni vocalici chiusi e non labializzati (prototipicamente: i) e una seconda parte con vocalismo più aperto (a) e/o labializzato (o), rimanendo immutato il consonantismo.

Dal momento che questa “regola” prevede solo un mutamento vocalico, con ripetizione invariata delle consonanti, è assai verisimile che si debba risalire ad una fase con suoni velari tanto nel primo che nel secondo elemento: *[kikkì kokkò].

Ora, se la filastrocca risale ad epoca anteriore alla palatalizzazione di k davanti a i, dobbiamo pensare che essa sia estremamente antica e risalga addirittura ad epoca latina, prima del V secolo. E se dobbiamo rifarci ad epoca latina, mi sembra altamente probabile che il sintagma in questione risalga a due parole latine “dotate di significato”, vale a dire a due indefiniti: *quidquid, *quodquod. Anche se la lettura “classica” di queste parole prevede un accento sulla prima sillaba, era molto probabile che in queste forme raddoppiate fossero accentati ambedue gli elementi. Non a caso l’esito “normale” in italiano di quidquid è checché e non *chécche.

Se l’ultima parte di questo complesso “senza senso” può essere spiegata a partire dal latino, è ragionevole supporre che anche per la prima parte si possa sperare di avere lumi partendo dalla lingua latina.

In am barabà colpisce l’ossitonia dell’ultimo elemento, dal momento che di norma le parole latine non avevano mai l’accento sull’ultima sillaba, a parte casi particolari (come, probabilmente, i pronomi raddoppiati appena visti) nonché, ovviamente, i monosillabi. Se si cerca un monosillabo per spiegare la parte finale del sintagma, dovremo isolare  o semplicemente à, e quest’ultima soluzione è quella che ci fornisce una parola latina, ovviamente ipotizzando, come in *quodquod > coccò, la caduta di una consonante occlusiva finale. Quindi: *(h)ac. Questo pronome femminile all’ablativo sarà probabilmente da legare con i suoni precedenti: *ab hac.

Un monosillabo analogo (con una nasale dopo la vocale) potrebbe spiegare anche la prima sillaba am, di norma pronunciata tonica e con una netta cesura rispetto a ciò che segue. E se in *hac avevamo un ablativo, qui avremo un accusativo: *hanc.

Rimane così un ultimo segmento bar(a), che in latino non vuole dire nulla. Ma non bisogna dimenticare che la b- iniziale potrebbe essere stata influenzata dalla bsuccessiva (di fatto il sintagma barabà appare sincronicamente formato con una sorta di raddoppiamento con troncamento dell’ultimo elemento ripetuto), per cui è lecito pensare a una b esito di un’assimilazione a distanza, a partire da un suono simile ma non identico, per esempio la sorda p. E para è una parola latina, imperativo di un verbo transitivo che ben potrebbe giustificare l’accusativo iniziale.

Ipoteticamente, dunque, si potrebbe ricostruire, alla base della filastrocca italiana am barabà ciccì coccò una filastrocca latina *hanc para ab hac quidquid quodquod. Non è che la filastrocca latina offra molto più senso di quella italiana, ma questo è un dato costante delle filastrocche infantili (tipico esempio è il seguito, in “parole italiane dotate di senso” della stessa filastrocca). Il nome femminile singolare cui si allude con i due pronomi potrebbe essere manus, dal momento che di solito si tratta di una “conta”, durante la quale si passano in rassegna con la mano i partecipanti ad un gioco man mano che si scandiscono le parole della filastrocca. Se poi parare avesse già avuto, nel parlato infantile, il significato di “riparare, proteggere” che oggi ha in italiano, avremmo attestata una sorta di “schermaglia” in cui una mano doveva “ripararsi” da un’altra, quella di chi effettuava la conta.

Se il ricorso al latino per spiegare elementi incomprensibili di filastrocche infantili può sembrare un po’ azzardato, ricordo che da una parte è, sì, difficile conseguire certezze e seguire con precisione i percorsi delle filastrocche o di semplici spezzoni di frase nel tempo e nello spazio, ma dall’altra è sicuro che spesso questi testi, dall’aria di estemporanea creazione infantile, mostrano indubbi collegamenti con le più lontane e insospettate culture. Per fare un esempio, sono sicuro che molti lettori troveranno, come me, familiare, almeno nella traduzione italiana, questo incipit di filastrocca infantile raccolta più di un secolo fa al Cairo da I. Goldziher (1879: 614):

Ha buffa — mutlaffaHa buffa — ravvolta 
tlât xelâxil tre sonagliere 
âlâ s-s’offasul sofà 
wâh’iduh tescinn una che suona 
we-wâh’iduh terinn l’altra che tintinna 
we-wâh’iduh teqûl…l’altra che dice… (ecc.) 

Per chi pensasse che si tratta di una coincidenza, riporto qui anche un incipit tunisino (Houri-Pasotti, Saada 1980: 136-7):

ellâra u bellâra Lara e Bellara 
we-d-djeyja n-naggâra… e la gallinella ruspante… 

Ora, Ara Belara / descesa Cornara… era l’incipit di una celebre “conta” milanese del secolo scorso, dal significato così oscuro che il Porta se ne servì per tradurre il Papè Satan, papè Satan aleppe della Divina Commedia. Quale sarà il testo originario? Quello milanese con descesa o quello tunisino con dejeyja“gallinella”? E attraverso quali vie, quali contatti si può pensare che la filastrocca abbia viaggiato? 

(vai all’articolo originale, completo di note)

Fai divertire il tuo bambino con il robot pulisci pavimenti

Fai divertire il tuo bambino con il robot pulisci pavimenti

Sei stufa di tenerlo in braccio, ma non sai come intrattere il tuo pargolo? I pavimenti sono davvero indecenti e qualcuno dovrebbe pulirli? Unisci l’utile al dilettevole: fai divertire il tuo bambino e allo stesso tempo pulisci il parquet  

Lenore Skenazy col figlio

I sì che aiutano a crescere. Regalate le ali ai vostri figli.

Sfogliando oggi l’Unità ho visto un titolo interessante “Se la mamma ha l’ansia… Cosa rischiano i bimbi iperprotetti“. Da bambino sono cresciuto in un piccolo paese e ho sempre goduto di un’ampia libertà, per questo faccio un po’ fatica a capire le ansie e le apprensioni dei genitori moderni. I genitori sono preoccupati dal prossimo, […]

Jannacci Bambino

Un omaggio a Enzo Jannacci. La favola di un re che piangeva interpretata dai bambini

Ieri sera – 29 marzo 2013 – è morto Enzo Jannacci, un grande artista che ha toccato il cuore e rallegrato la vita di milioni di Italiani. Le sua canzoni hanno attraversato diverse generazioni. Anche noi di Mamma Online lo ricordiamo dando rilievo a questo bel video in cui i bambini della Scuola Elementare “L. […]

Sciroppo alla bava di lumaca per sconfiggere la tosse dei bambini

Sciroppo alla bava di lumaca per sconfiggere la tosse dei bambini

Lo so, soltanto l’idea farà accaponare la pelle ad alcune mamme ma sembra proprio che lo sciroppo ricavato dalla Bava di lumaca sia un toccasano per la tosse. Il mollusco gasteropode terrestre chiamato impropriamente lumaca secerne, infatti, questa “bava” che le permette di muoversi senza procurarsi nessun tipo di ferita anche sui terreni più accidentati. […]

Vaccino MPR: esiste una correlazione tra autismo e vaccinazione?

Vaccino MPR: esiste una correlazione tra autismo e vaccinazione?

Quando arriva il richiamo per le vaccinazioni obbligatorie e facoltative ogni mamma che si rispetti comincia ad aspettare quel fatidico giorno come se si trovasse nel braccio della morte ed attendesse il momento dell’esecuzione. Chi più, chi meno teme quel momento per le più svariate motivazioni. Qualsiasi siano i motivi, giusti o sbagliati, razionali o […]

Metodo Yamaha: come insegnare la musica ai più piccoli

Metodo Yamaha: come insegnare la musica ai più piccoli

Ho sentito parlare di un corso di musica che si chiama Yamaha dedicato ai bambini dai tre anni in su. La cosa mi ha incuriosito tantissimo anche perché mi sono subito chiesta quale possa essere l’approccio musicale giusto con una banda di mocciosi scalmanati e interessati più alla pulizia delle loro cavità nasali che al mondo […]

Un regalo per la futura mamma: la torta di pannolini

Un regalo per la futura mamma: la torta di pannolini

Nei Paesi anglosassoni (in particolare negli Stati Uniti) ogni futura mamma ha una dolcissima sorpresa durante la gravidanza. Si tratta della baby shower, cioè la festa del nascituro, organizzata dalle amiche della futura mamma che oltre al calore dell’amicizia riceve anche numerosi regali utili. E’ infatti tradizione regalare tutine, bavaglini e pannolini per il nascituro. […]

Marmotta con i PIccoli

La Repubblica delle Marmotte

LA REPUBBLICA DELLE MARMOTTE La comunità delle marmotte le aveva provate tutte. Avevano eletto un re che diceva di essere un leone, ma era una marmotta come le altre. Poi provarono con imperatori, ducetti e arruffapopolo vari, che raccontavano di essere fieri animali nuotatori dei fondali, ma sempre si trattava di marmotte. Avevano optato per […]

Divezzamento: quando iniziare e come fare le prime pappe

Divezzamento: quando iniziare e come fare le prime pappe

Nota: se stai cercando informazioni su bambini un po’ più grandini, prova a leggere in nostro articolo che parla di alimentazioni bambini di un anno COS’E’ IL DIVEZZAMENTO Il divezzamento è una delle tappe fondamentali della crescita di un bambino. Con divezzamento si intende la graduale introduzione di alimenti diversi dal latte nella dieta di […]