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Toxoplasmosi in gravidanza: cosa provoca e come si può evitare

di webmaster 13 gennaio 2011
 

Il toxoplasma gondii, scoperto nel 1908 dal microbiologo calabrese Alfonso Splendore, è il protozoo responsabile della toxoplasmosi. Appartenente al gruppo degli Apicomplexa è dotato di una specie di trapano, chiamato conoide, che gli permette di aprirsi un varco nella membrana cellulare e penetrare all’interno della cellula dove si riproduce nutrendosi del citoplasma. L’ospite definitivo del toxoplasma è il gatto che viene infettato tramite ingestione di carne infetta o tramite l’ingestione di oociti escrete da altri gatti. Il gatto emette poi con le feci le cisti del parassita. Queste sono in grado di infettare gli organismi che accidentalmente vengono a contatto con loro. L’ospite intermedio di questo parassita può essere un altro animale a sangue caldo come gli uccelli, le mosche, i vermi o, naturalmente, l’essere umano. Solo nell’uomo il toxoplasma gondii è responsabile della toxoplasmosi, una malattia abbastanza grave se contratta in gravidanza perché può causare aborti, ritardi mentali, patologie oculari e anomalie congenite del feto. L’infezione da toxoplasma viene trasmessa per via orale tramite cibi poco cotti o carni crude.

Trasmissione Madre-figlio

La toxoplasmosi materna, solo in Italia, complica circa 4mila gravidanze l’anno. Nel primo trimestre di gravidanza la percentuale di trasmissione fetale si attesta al 20%. Questa percentuale aumenta fino al 54% nel secondo trimestre di gravidanza e al 64% nel 3°. La gravità dei danni che la toxoplasmosi può provocare nel feto è però inversamente proporzionale: quanto prima si dovesse contrarre la toxoplasmosi tanto più grave sarebbe il danno al feto.

L’infezione nel feto

Si stima che il 75% dei neonati che hanno contratto la toxoplasmosi congenita non manifestino sintomi nella prima infanzia ma molti di loro potrebbero mostrarli nei mesi o anni successivi. I segni, se si dovessero manifestare, possono essere: ittero, ghiandole gonfie, esantema, febbre, anemia, lividi o emorragia sottopelle, fegato o milza ingrossati. I danni invece che la toxoplasmosi può provocare nel bambino sono di vario tipo: dai disturbi al cervello e al sistema nervoso, agli attacchi epilettici, dai problemi del tono muscolare fino alla perdita di udito e al ritardo mentale. Tra i danni più comuni ci sono quelli agli occhi. La toxoplasmosi, infatti, rappresenta una delle cause più frequenti di corioretinite, a volte associata ad atrofia del nervo ottico, strabismo, nistagmo e cataratta.

L’infezione nella donna in gravidanza

Purtroppo l’infezione nella donna in gravidanza è spesso asintomatica. Nel caso in cui invece dovessero verificarsi dei sintomi il più comune è la linfadenopatia accompagnata da indebolimento e mal di testa.
Ogni donna per evitare il contagio dovrebbe eseguire lo screening pregravidico richiesto dal medico di famiglia o dal ginecologo. Per le donne che non usufruiscono di questa opportunità il Ssn assicura nel primo trimestre di gravidanza i test del sangue e gli ulteriori controlli. Il test rileva la presenza o meno di anticorpi – di tipo igG – antitoxoplasma nel siero. Se il test dovesse risultare positivo c’è immunità, se invece è negativo esiste il rischio di contrarre la toxoplasmosi in gravidanza.

Prevenzione

Le donne  in gravidanza che sono risultate negative al test della toxoplasmosi devo seguire una serie di norme per ridurre l’incidenza della toxoplasmosi congenita:

  • Consumare carne ben cotta
  • Lavarsi le mani accuratamente dopo avere maneggiato carne cruda
  • lavare accuratamente frutta e verdura con amuchina o bicarbonato di sodio nel caso in cui si vogliano consumare crude
  • Non mangiare salumi crudi o stagionati come prosciutto crudo, salame, bresaola. E’ possibile però consumare quelli cotti come mortadella, prosciutto cotto, tacchino arrosto ecc.
  • Non bere latte non pastorizzato
  • Non mangiare uova crude o alimenti che contengono uova crude (maionese fatta in casa, zabaione ecc)
  • Usare sempre i guanti se si fa giardinaggio
  • Bere solo acqua in bottiglia o potabile
  • Disinfettare la lettiera del gatto con acqua bollente e cambiare la sabbia quotidianamente indossando dei guanti. E’ buona norma ricordare che se il gatto vive sempre all’interno di casa e viene cibato esclusivamente con carne cotta ha un bassissimo rischio di contrarre e quindi diffondere la toxoplasmosi. Non ascoltate quindi chi vi consiglia di allontanare il vostro animale domestico durante il periodo della vostra gravidanza. E’ sufficiente un po’ di buon senso per non avere problemi.

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