Parte la battaglia contro le punizioni corporali

di webmaster 18 gennaio 2008

Il Nord Europa è sempre stato all’avanguardia per molti aspetti del vivere civile. In questo caso, il paese preso come esempio e modello da imitare, è la Svezia. Il Consiglio d’Europa di Strasburgo avvierà a settembre una campagna contro la violenza nei confronti dei bambini e la Svezia è l’unico paese, tra i 47 membri del consiglio, ad avere bandito le punizioni corporali, di qualsiasi tipo, già da trent’anni.

All’origine di questa battaglia c’è il segretario generale aggiunto del Consiglio, l’olandese Maud de Boer-Buquicchio che da tempo si batte per salvaguardare i più piccoli “Dobbiamo proteggere l’integrità fisica e psicologica, la dignità umana dei nostri figli – ha dichiarato. Non siamo autorizzati a picchiarli, ferirli, umiliarli. Punto e basta. Dobbiamo cambiare le mentalità e adattare di conseguenza le nostre leggi”. Ognuno di noi è indubbiamente d’accordo sul rispetto e la salvaguardia dei nostri figli, sia a scuola che tra le mura domestiche. Ma quando il Consiglio parla di punizioni corporali lo fa riferendosi all’accezione più ampia del termine. Nessun gesto violento, neanche il più leggero e innocuo, può essere accettato. Addio quindi a sculacciate, scappellotti e scapaccioni, tanto cari a generazioni di genitori.

Secondo molti educatori e psicologi, la violenza verso bambini sarebbe la causa di comportamenti violenti da adulti. Inoltre, molti concordano sul fatto che l’uso di questi metodi educativi, ormai sorpassati, siano inutili per fare comprendere ai propri figli il concetto di autorità, ma vengano lo stesso abusati da genitori esasperati e incapaci di adeguarsi a nuove epoche e a nuovi sistemi.

Vent’anni fa fu la psicanalista Alice Miller, in anticipo sui tempi, a chiarire queste dinamiche “Le sanzioni provocano un’obbedienza a breve termine, ma a più lungo termine generano la paura, spesso dissimulata come aggressività, sete di vendetta, odio, volontà di essere finalmente al potere per punire i più deboli. Conducono insomma a un circolo vizioso”. Nel frattempo sono già 16 gli stati europei che hanno vietato per legge le punizioni corporali, a scuola come a casa. Quest’autunno non rimarrà che convincere gli altri paesi.

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